Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro

Dotato di un'intelligenza straordinaria e di eccellenti poteri occulti, profondo conoscitore dell'alchimia e dotato del dono della preveggenza, questo uomo scomodo, che peccava di modestia e a volte di onestà, che usciva fuori da tutti gli schemi della normalità, dal perbenismo, si attirò lo scetticismo, la diffidenza e la curiostà di molte persone.

Ma Cagliostro non fu solo perseguitato, fu anche ammirato e osannato e la sua biografia ancor oggi è di difficile interpretazione e piena di contraddizioni.
Fece conoscere il mondo dell'occulto, dichiarò di essere libero nella mente e nel corpo e di non appartenere a nessuna epoca, sostenne che la vera saggezza era da ricercare nei misteri della civiltà egizia, culla di tutte le scienze e origine di tutte le religioni.
La sua vita fu incentrata sul desiderio di poter dominare la morte, riteneva infatti che tutto si muoveva intorno ad essa e alla paura che incuteva.
Cagliostro, il cui vero nome era Giuseppe Balsamo nacque a Palermo il 2 giugno 1743, rimasto orfano ancora in tenera età, la madre lo affida ad una parenta sposata con un farmacista. Diventato più grande viene indirizzato alla vita ecclesiastica, ma le sue truffe e i suoi raggiri lo fanno tornare a Messina per sottrarsi alle responsabilità e lì trova la guida saggia di un prozio. Sbarca a Malta, conosce già tutta la storia dei cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, ha come maestro spirituale Manolo Pinto de Fonseca, da cui impara molte cose e dopo due anni viene ammesso ufficialmente all'ordine e a venticique anni diventa Alessandro conte di Cagliostro, nome assunto in onore dello zio, col triplice cavalierato templare, maltese e rosacrociato. Partito da Malta per Roma, riprende la sua attività di disegnatore, vive in un quartiere povero dove conoscerà la sua futura moglie Lorenza Feliciani.
Conducono una vita irregolare, lasciano Roma per trasferirsi a Loreto, ma Cagliostro ha nella mente un solo pensiero: il suo viaggio iniziatico per rafforzarsi l'anima. Perciò con la sua compagna si reca a S. Giacomo di Compostela, a Barcellona, Madrid e Libsona.
Intorno al 1771 decide di partire per l'Inghilterra, attirato dall'ideologia e dall'attività massonica.
Nel 1772 Cagliostro e la moglie arrivano in Francia e, durante il viaggio, incontrano l'ennesimo uomo un avvocato di nome Duplessis, la coppia non disdegnava gli amanti di Lorenza, che sborsavano quattrini e favori, questi li prende a carico facendoli alloggiare presso una marchesa sua amica. Ma questa volta il sentimento prevale e Cagliostro fa rinchiudere la moglie in un convento. Quando la donna esce, dopo essersi riconciliata con il marito partono per viaggi non ancora del tutto chiariti, fino a quando nel 1775 arrivano a Napoli dove vivono una vita altolocata sotto il falso nome di marchesi Pellegrini Giuseppe dà lezioni di chimica, presiede sedute di magia e vende un'acqua miracolosa.
Poi si spostano a Palermo per ripartire e girare nuovamente mezza Europa. Nel 1776 fanno nuovamente ritorno in Inghilterra, qui Cagliostro allestisce un laboratorio di chimica insieme con il suo segretario a cui fa credere di conoscere vari segreti, tra cui quello per la fabbricazione dell'oro.
Con suo grande disappunto, in breve tempo la sua fama si accresce e una miriade di curiosi affolla sempre più la sua casa attirata dai suoi poteri chiaroveggenti, anche perché è un formidabile indovino, in materia di estrazioni del lotto. Questo potere gli procurerà non pochi guai.Cade vittima di un raggiro ordito da una coppia equivoca, William Scott e Mary Fray, che dopo avere ottenuto i suoi favori e alcune vincite chiedono sempre di più. Cagliostro si rifiuta e gli Scott si vendicano: regalano a Lorenza un cofanetto, contenente in superficie un'erba aromatica e nel sottofondo una collana preziosa, poi Mary denuncia i Balsamo e, con l'aiuto di falsi testimoni, dichiara che la collana le è stata rubata. Inizia così un  un lungo e travagliato processo, la cui sentenza obbliga il mago a versare una somma ingente di cauzione, ma soprattutto macchia il prestigio della sua persona davanti alla società. Tra una tappa e l'altra del processo, Balsamo entra nella Massoneria inglese e presta giuramento di fedeltà e obbedienza, è l'anno 1777.
Dopo aver passato un mese in carcere lascia l'Inghilterra. Dopo aver visitato innumerevoli paesi, approda in Russia, ma le sue grandi speranze svaniscono quando la zarina Caterina II non vuole ammetterlo alla sua presenza e anzi viene coperto di ingiurie e calunnie dai nobili di corte. Tuttavia gli estimatori di Cagliostro non mancano a partire dal generale Melissino, il senatore Yelagin, un altro generale di nome Gelacion e il principe Potemkin. Con loro partecipa a sedute spiritiche e fa importanti esperimenti di alchimia, inoltre si prodiga a guarire i malati senza pretendere soldi; l'unica ricompensa che vorrebbe è la riconoscenza degli uomini, invece il suo operato suscita l'odio e l'invidia dei medici, che non sopportano l'intrusione di un estraneo nell'ambito della loro scienza, anche perché alcuni malati, dati da loro per spacciati, trovano miracolosamente la via della guarigione.
Amareggiato, lascia la Russia per recarsi in Polonia, dove viene accolto favorevolmente. Anche qui Cagliostro compie prodigi, ma come in Russia anche in Polonia  dopo essere stato esaltato, viene gettato nella polvere e lui abbandona anche questa terra, andando verso Strasburgo.
Attraversando la Germania, si ferma a Francoforte sul Meno, una delle roccheforti dell' esoterismo in Europa. I rapporti intrapresi con gli adepti delle confraternite del luogo, miranti a sovvertire l'ordine e il potere dei governanti, gli creeranno la fama di cospiratore politico; questo fatto sarà un'arma potente nelle mani del Sant'Uffizio, durante il processo, tenuto contro di lui nel 1790. Strasburgo è centro di cultura, aperto alle idee nuove, gli sembra perciò la giusta sede, per poter svolgere i suoi compiti e propagandare le sue idee. Capo spirituale della città è il principe vescovo Louis René Edouard de Rohan, la sua amicizia recherà a Cagliostro molti benefici. La prima settimana vive in incognito in una locanda, il cui padrone è un frammassone membro di una loggia di ispirazione egiziana, l'Iside, che lo mette subito in contatto con gli altri affiliati. Alla gran folla di ascoltatori il mago spiega la sua dottrina, fa sfoggio della sua conoscenza sulla divinazione, sulla medicina e l'alchimia, i successi ottenuti sono soprattutto in campo medico, dove compie quelli che si possono definire prodigi. Guarisce un numero considerevole di persone. A tutti somministra le sue misteriose pozioni, a base di erbe ma non solo, Cagliostro era persuaso che la maggior parte delle malattie ha sede nella nostra mente e, quando essa soffre, danneggia inevitabilmente il corpo. Per questo infonde innanzitutto fiducia e conforto ai suoi ammalati, colloquiando con loro e mostrandosi estremamente comprensivo verso i loro problemi.
La medicina ufficiale però lo osserva e aspetta solo un passo falso del rivale. E il passo falso si presenta quando il marchese de Cambis muore nonostante le cure di Cagliostro, in realtà quando egli interviene è già troppo tardi, ma di questa morte verrà data la colpa a lui,  viene usato ogni mezzo per oscurare la sua fama, ma nonostante questo l'eco dei suoi miracoli è arrivato a Versailles, a Parigi e ad altre città francesi. Soggiorna spesso nel castello di Saverne e la sua opera di indovino e formidabile: preannuncia la norte dell'imperatrice d'Austria Maria Teresa e gli avvenimenti politici che sconvolgeranno la Francia.
Ma le calunnie, le false testimonianze contro di lui aumentano inesorabilmente, viene accusato persino di complotto contro lo stato francese. E' tempo di andar via, Cagliostro lascia Strasburgo e si reca a Napoli chiamato da un carissimo amico, il cavaliere d'Aquino, si ferma pochi mesi e riparte per Bordeaux dove giunge nel 1783. Le sue mire tendono esclusivamente a far conoscere il suo rito egiziano come rito unificatore della Massoneria, Bordeaux con Strasburgo e Lione è una delle capitali delle province sotto l'influenza della Stretta Osservanza Templare. Continua a operare nel campo della medicina, fatto che gli creerà altri nemici tra i medici, i quali chiedono di interdire l'esercizio abusivo di questa scienza al conte, ma ormai l'uomo è potente e per di più massone, le autorità perciò lasciano cadere la richiesta nel dimenticatoio. La cerchia degli ammiratori si allarga sempre più, tra cui Ray de Morande che diviene il factotum del Maestro. Cagliostro segue anche le orme di Martinez Pasqualis, un ex affiliato della Massoneria, il quale si dava alle sedute spiritiche. Nel 1784Cagliostro viene colto da una malattia biliare, durante il delirio della febbre vede due uomni che lo afferrano o lo portano in una stanza, dove si svolge una festa, tra i partecipanti riconosce alcuni fratelli massoni morti. Gli viene consegnata una tunica ed una spada mentre una voce gli dice "Ecco quale sarà la tua ricompensa, dovrai però lavorare ancora".
Intanto a Parigi, il suo amico de Rohan, sta per cadere vittima dei raggiri della contessa Jeanne de la Motte, una presunta discendente dei Valois e sua protetta, che, per ringraziamento, lo dissangua con continue richieste di denaro. Fa credere a de Rohan di essere in confidenza con la regina e attua un inganno che sarà il primo di una lunga serie. Imbastisce una corrispondenza tra il cardinale e la regina, praticamente inesistente, il suo amante e il suo compiacente marito; nelle lettere Maria Antonietta dichiara di essere pronta a dimenticare l'astio nei confronti del prelato, se sarà il suo finanziatore in alcune spese, il cardinale acconsente. Per rendere la faccenda ancora più credibile, la contessa combina un incontro tra de Rohan e la regina, naturalmente al buio, nel parco di Versailles e precisamente nel boschetto di Venere. Il cardinale, convinto di aver incontrato veramente la regina, è felicissimo e si allontana ancora più propenso a soddisfare le richieste di Sua Maestà. Questa situazione lo porterà a cadere nella trama dell'affare della collana, nel quale sarà implicato anche Cagliostro, che ormai guarito, decide di recarsi a Lione, per conoscere un potentissimo discepolo di Pasqualis, Jean Baptiste Willermoz, che ingenuamente crede di sottomettere al suo volere.
Giunto a Lione nel 1784, sotto il nome di conte di Fenice convoca Willermoz e gli confida il suo desiderio di diventare capo di tutta la Massoneria, di voler istruire massoni accuratamente scelti e di sperare che tutti gli prestino giuramento di fedeltà. Willermoz non è d'accordo e oppone una forte resistenza, mai e poi mai potrebbe diventare un suddito del mago e soprattutto cedergli quella rete lionese, che ha faticosamente resa sua. Rompe ogni rapporto con lui, tuttavia ha un certo timore del conte, perché conosce i suoi eccezionali poteri. Cagliostro contatta altri personaggi illustri della setta massonica e incontra nella loggia " La Saggezza " i più entusiasti sostenitori, i quali si adoperano a raccogliere fondi per la costruzione di un tempio, che dovrebbe essere il cuore del Rito egiziano. Continua ad esercitare ancora la medicina e tra i pazienti conosce anche il nipote del famoso cardinale Richelieu, il quale lo interroga sul suo futuro. Cagliostro, come al solito, non sbaglia una previsione.
La sua mirabile capacità di chiaroveggenza arriva alle orecchie di Willermoz e ai rappresentanti della sua stessa loggia, che, avendo perduto un loro membro  decidono di rivolgersi al mago per rievocare la sua anima. Cagliostro è ben felice di dimostrare le sue eccezionali qualità esoteriche, e, in una seduta spiritica, l'ombra del defunto effettivamente appare.
Nei mesi successivi il mago è impegnatissimo ad illustrare il suo Rito, la conoscenza della Cabala, il suo catechismo, tesi a curare l'anima, lo spirito e il corpo. Tuttavia ad un certo punto decide di andare a Parigi e tutto questo mentre i lavori per la costruzione del tempio, sono nella massima evoluzione; la consacrazione di " La Saggezza trionfante " avverrà il 25 luglio 1786, mentre egli si trova esiliato in Inghilterra.
Giunge a Parigi, nel  1785, attirato da un convegno massonico,  Quando il cardinale de Rohan gli racconta del suo incontro con la "presunta " Maria Antonietta Cagliostro lo mette in guardia, ma il prelato non gli darà retta e conivolgerà anche il conte. Intanto Cagliostro prende contatti con alcuni rappresentanti del clero, per ottenere il benestare della Chiesa sul suo rito egiziano, fonda una nuova sede della loggia e mette a capo di una loggia femminile la moglie, che nel frattempo ha cambiato il suo nome in  Serafina. In città si parla solo di lui, è' una leggenda vivente, e come in tutte le leggende ciò che si racconta è in parte inventato. Intanto lo scandalo della collana esplode. Il cardinale, tramite la contessa cerca di acquistarla, ma visto l'alto costo, de Rohan decide di comprarla a credito e regalarla alla regina, per ingraziarsi il suo favore, ma la collana non arriverà mai a Sua Maestà, bensì nelle mani dei de la Motte e dell'amante della contessa che si affrettano a smontarla e a venderne i diamanti separatamente. In seguito ad una rata rimasta insoluta, i venditori informano la regina che presa dall'indignazione, racconta tutto al re e lo convince ad istruire un processo contro i presunti colpevoli.
De Rohan, la contessa, e Cagliostro vengono arrestati e condotti nelle segrete della Bastiglia, qualche giorno dopo anche Serafina subirà la stessa sorte del marito ma verrà poi scarcerata quasi subito. Lunghi mesi di detenzione li aspettano, fino all'apertura del processo. Durante lo svolgimento è chiaro che non solo il popolo ma anche i giudici parteggiano per il cardinale e sono contro Maria Antonietta.  La sentenza è comunque favorevole sia nei confronti di De Rohan sia nei confronti di Cagliostro, assolti per non aver commesso il fatto ma obbligati a lasciare Parigi, per ordine del re.  Pene severe vengono invece inflitte alla contessa e a suo marito latitante, mentre l'amante, pur riconosciuto colpevole di falso, viene condannato soltanto all'esilio perpetuo e alla confisca dei beni. La folla esulta alla notizia della scarcerazione di Cagliostro, il quale ricongiuntosi alla moglie, parte per Dover.
In Inghilterra l'accoglienza non è delle migliori, nel 1787 lascerà il suolo britannico per non farvi mai più ritorno.
Si rifugia in Svizzera dove viene accolto dai coniugi Sarasin, gli unici amici, in questo momento difficile. Tuttavia il declino è inevitabile e la fuga di Cagliostro continua finché giunge in Italia, ma anche qui troverà diffidenze, pettegolezzi e si materializzerà il tradimento della moglie, che avrà tragiche conseguenze. Il loro viaggio, cominciato nel regno sabaudo, dal quale sua Maestà, Vittorio Amedeo, lo ha cacciato, prosegue attraverso tutta l'Italia settentrionale. Si mette in contatto con vari prelati, che più o meno l'appoggiano, tra questi, il vescovo di Trento, che scrive una lettera di presentazione al cardinale Boncompagni e ricevutane risposta positiva esorta il Maestro a recarsi a Roma.
Il 27 maggio del 1789, Cagliostro arrivato a destinazione si sistema in un albergo di lusso che le sue finanze non potranno reggere e lungo. Da lì è costretto ad andare ad alloggiare da uno zio di Lorenza, Filippo Conti, ma anche qui sorgono contrasti col padrone di casa. Nel frattempo, Cagliostro è preso soltanto dalla sua idea che è quella di farsi ricevere dal Vaticano, affinché la sua Massoneria diventi cattolica e riconosciuta ufficialmente dal Papa, sfortunatamente gli viene negata l'udienza. Per tutta risposta, il suo atteggiamento, come al solito diventa provocatorio, aumenta le tenute delle logge, distribuisce copie del suo rituale e fa sfoggio dei suoi poteri occulti, attirando la nobiltà romana come mosche.
L'ultimo colpo glielo infligge proprio Serafina, la quale, decisa a lasciarlo, lo denuncia alle autorità ecclesiastiche. Il 27 dicembre, un gruppo di soldati lo arresta, conducendolo poi,  alla fortezza di Castel Sant' Angelo. Alla notizia della sua cattura, divulgata il 2 gennaio del 1790, gli adepti del suo rito e gli amici fuggono da ogni parte.
Anche De Rohan, provato dalle mille vicissitudini e desideroso di rendersi amico di nuovo il Papato, preferisce mantenere un prudente silenzio.
La cella, dove Cagliostro viene rinchiuso, è buia e angusta, tanto da far scatenare in lui crisi di pazzia e desideri suicidi e, quando diventa ingovernabile, viene incatenato.
Il suo primo interrogatorio ha luogo nel maggio del 1790 e dura sei lunghe estenuanti ore, è il primo di una lunga serie che lo annienterà nel corpo e nello spirito fino alla conclusione del processo, il 7 aprile 1791. Le imputazioni a suo carico sono numerose e vanno dalla bestemmia alla magia, dall'affiliazione alla massoneria alla truffa, dal furto al falso, fino all'eresia.
Avvilito, stanco dei maltrattamenti e delle torture, Cagliostro confessa e, in ginocchio e col capo coperto, ascolta la sentenza emessa alla presenza di Sua Santità Pio VI.
La sua condanna a morte viene commutata nel carcere a vita. E' costretto a percorrere un tratto di strada, in cui, con indosso un saio di tela grezza e in mano un cero, chiede pubblicamente perdono, alla mercé di un popolo sadico che lo deride e lo mortifica, mentre i suoi scritti e le insegne massoniche vengono gettate nel fuoco.
Da Roma Cagliostro viene trasferito nella fortezza di San Leo, nel cuore del Montefeltro, il 20 aprile del 1791.
Viene rincyhiuso nel " pozzetto ", chiamato così perché sovrastato da una botola nel soffitto, munita di una vetrata dalla quale sorvegliare il prigioniero. Non è dato sapere cosa accadde in quei pochi anni, madi sicuro il suo carattere indomito, nei momenti di lucidità, si manifestava con forti attacchi di furore, che gli costarono ulteriori maltrattamenti e che la sua " purificazione " si realizzò proprio in quel pozzo il quale, in qualsiasi epoca e tradizione, simboleggia metaforicamente la ricerca della Conoscenza e della Verità.
Nella notte tra il 25 e il 26 agosto del 1795 Cagliostro muore, una anno dopo Serafina, che aveva terminato i suoi giorni nel convento di Sant' Apollonia.

Ritratto di Cagliostro
L'arrivo a San Leo
Atto di morte
Elevazione a 33° grado
Attestato 33° grado
Tessera massoneria
Passaporto (Esterno)
Passaporto (Interno)