Intercettazioni telefoniche - Vittorio Emanuele: Il casinò di Campione
Ugo Bonazza e Vittorio Emanuele: "Se lo tenga buono"

La vicenda prende l’avvio nel giugno del 2005, allorquando il SAVOIA, appreso dagli amministratori del Casinò di Campione d’Italia dei progetti di ampliamento della casa da gioco e della necessità di rifornirsi di nuove apparecchiature da gioco, ritenendo vantaggioso l’affare, decide di entrarvi insieme ai suoi sodali MIGLIARDI e BONAZZA. Con tale intento, dunque, il principe procede senza indugio a contattare il BONAZZA, per metterlo a parte della circostanza e impartire le prime direttive operative. Come lo stesso SAVOIA spiega al BONAZZA nella trascrizione della conversazione telefonica qui di seguito riportata, l’affare in questione gli è stato prospettato dal “proprietario” del Casinò di Campione, ovvero da Roberto SALMOIRAGHI, Sindaco del Comune lombardo, ente proprietario della casa da gioco, con il quale egli è in relazione per via dell’appartenenza di costui all’ Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, associazione di natura paramonarchica capeggiata dal principe e delle quale fanno parte, per altro, anche gli stessi BONAZZA e MIGLIARDI.

“Conosco molto bene direttore e proprietario del Casinò di Campione…lo sta ingrandendo molto;allora vorrebbe avere una proposta per le macchinette: siamo d’accordo?” esordisce, dunque, il SAVOIA e, ottenuta l’immediata e convinta adesione del BONAZZA, assegna subito, da consumato regista, i compiti agli altri sodali. Così, affinché il MIGLIARDI sia contattato quanto prima per intraprendere il nuovo e appetibile affare, ordina al BONAZZA di “mettersi in rapporto con MIGLIARDI per farlo” e, per garantire il necessario supporto “territoriale” all’operazione, coinvolge nella vicenda anche Giuseppe RIZZANI che, dice il principe, “ è del posto” e potrà quindi relazionarsi in tempo reale con gli amministratori di Campione d’Italia.
Come di consueto, il BONAZZA esegue diligentemente l’ordine impartitogli dal SAVOIA e, rintracciato l’amico MIGLIARDI, appena tornato in Italia da un lungo soggiorno a Las Vegas, lo informa che ci sono “belle novità”, ovvero che, grazie alle influenti amicizie del principe, l’associazione può intavolare un lucroso affare con la casa da gioco di Campione d’Italia. Al BONAZZA che propone: “Beh, però, co...si può entrare in business con lui, che ce ne frega, ah qualche cosa poi si può fare, no?” il MIGLIARDI offre immediatamente la sua disponibilità e promette di accompagnare quanto prima il socio a Campione in un viaggio “di esplorazione”: “appena io salgo, ci facciamo una passeggiata”.

Conversazione tra Ugo e Luca Bonazza e Vittorio Emanuele di Savoia. (08.06.05)

U.: Sì pronto?
VE.: Sì pronto Ugo, buongiorno, sono Vittorio Emanuele, come sta?
U.: Buongiorno, principe, bene, bene, bene
VE.: Dov'è? A Cavallo?
U .: No, no, son tornato appunto ieri, e adesso tutto a posto, lì, stava bene, ho dovuto tornar giù perchè bisogna anche lavorare ancora un pò, per un (...)
VE.: Sì, io sono...sì
U.: Eh eh, dica
VE.: Io sono nel mio ufficio, son rientrato ieri sera da Milano
U.: Ah, no, non era su il ventuno?
VE.: Eh, eh, no adesso ci rito..., no ero su ieri a Milano
U.: Ah ah
VE.: perché c'era quella cosa di Z(...), non so se
U.: Ah
VE.: (...) il Corriere della Sera in prima pagina
U.: Sì sì, sì sì
VE.: Ecco, allora sono andato per quello e sono ritornato. Sono andato in aereo, dunque ho messo niente (...)
U.: Ah, ha fatto una scappata veloce
VE.: Si per, per la serata di, di Z(...)
U .: Sì sì sì
VE.: C'eran più di mille persone eccetera
U .: E va bè, immagino! Ha fatto affari...
VE.: E allora...
U .: eh eh eh
VE.: Sì, sì, sì...
U .: (...)
VE.: Eh bè, no, lui sì! Sa che fa questa Santa Giulia, questa nuova città vicino a Milano
U .: Ah (...) Milano Tre o no...(...)
VE.: Quattro, sì sì. Enorme, una cosa...
U .: Uh uh
VE.: sono più di due miliardi e mezzo di euro
U .: Eh lo so! Beato lui che ce l'ha eh eh eh (...)
VE.: Eh eh eh (...)
U .: (...) le banche che glieli danno, insomma!
VE.: Sì, esatto, son le banche.
U .: E' vero. Eh!
VE.: Allora, io le devo chiedere questo:
U .: Dica
VE.: Noi, eh...conosco molto bene direttore e proprietario del Casinò di Campione
U .: Sì
VE.: Lo sta ingrandendo...molto; allora vorrebbe avere una proposta per le macchinette: siamo d'accordo?
U .: Sì, sì, sì
VE.: Sì, vero?
U .: Giusto. Possiamo mandare qualcuno, uh?
VE.: Uh, sì. Cioè adesso ci sarà Rizzani, che è, è del posto, se, si ricorda il cavalier Rizzani?
U .: Sì, sì, sì, sì
VE.: Che la chiamerà, a Lei...
U .: Sì?
VE.: per vedere adesso di mettersi in rapporto con Migliardi per farlo.
U .: Sì, Migliardi adesso è tornato dall'America, per cui (...)
VE.: Sì, dunque si può fare.
U .: (...)
OMISSIS
VE.: Sì sì (...) va e non c'è problema. Allora, per ritornare, io dico a...
U .: Sì, a Rizza... a Rizza...
VE.: anche di chiamare Lei, va bene?
U .: Sì, Lei ce l'ha, le devo dare il mio numero, io sono a disposizione
VE.: Glielo dò, glielo dò io adesso il numero (...)
U .: Rocco, io mi trovo venerdì con Rocco e praticamente di (...) subito
VE.: E di darlo. (...) Gli dica questo de...di...perché ci sarà...in settembre
U .: Sì
VE.: un pranzo
U .: Sì
VE.: per l'Ordine.
U .: Ah, bene bene bene!
VE.: Al Casinò di Campione
U .: Ah, perfetto, allora, perfetto
VE.: E allora, uh, una grande co... sì, perché ci fa tutto gratis e per l'Ordine è un incasso
U .: Sì sì
VE.: (...) grande.
U .: Immagino, immagino! Ah bene, noi ci siamo, ci saremo, insomma, io ci sono, ecco, là...va bene, principe
VE.: Eh, sì, venite giù...
U .: Eh no (...)
VE.: (...)
U .: io sono...io sono con Lei in vacanza e poi dopo quando sarà il momento andiamo giù, no?
VE.: No, questo è fine settembre
U .: Ah, e beh, allora, hai voglia, ci siamo, fine settembre, scherza? Io, io torno a casa ai primi di settembre, il quindici; quest'anno allungherò un pochino, come Lei
OMISSIS
VE.: Ok? E poi ci richiamiamo. Allora io la faccio chiamare da Rizzani
U .: Allora, niente, per Campione, ecco, mi faccia chiamare per Campione e...siamo a posto; per il casinò di Campione siamo disponibili
VE.: (...)
U .: Va bene!
VE.: Tanto...tanto non hanno ancora fatto niente, credo
U .: No no no no no no niente, stanno (...)
VE.: No, perchè
U .: forse preparando i lavori e roba
VE.: direttore e proprietario fa parte del nostro Ordine, tra l'altro
U .: Ah, il direttore, il il proprietario del casinò, perfetto, allora!
VE.: Sì, e allora, uh, come lo sta avviando...
U .: Se lo tenga buono allora, se lo tenga buono!
VE.: Uh!
U .: Eh
VE.: Senta lui vuol fare questo pranzo, per l'Ordine
U .: Sì
VE.: come gliel'ho spiegato...
U .: Sì, sì, a settembre, ah
VE.: Sì
U .: perfetto, perfetto
VE.: e ci dà il pranzo
U .: eh
VE.: e il locale gratis! Per l'Ordine!
U .: Bene, bene, bene, bene
VE.: Dunque, tra un incasso diretto per l'Ordine, quello è molto bene
U .: E' perfetto, perfetto, principe! Io...io porterò (...) gente
VE.: Faremo la lotteria, le solite cose (...)
OMISSIS
U .: Dica
VE.: No... c'era...niente, uh, Rizzani la chiamerà. Adesso che ho finito con Lei
U .: Sì
VE.: chiamo Rizzani, va bene?
U .: Lei chiama Rizzani che, che mi chiami pure quando vuole. Per Campione
VE.: Ok
OMISSIS

Lele Mora e il pranzo da 10mila euro

Le parole del RIZZANI circa la natura dell’incarico e, soprattutto, l’affidamento meramente fittizio al solo BONAZZA, trovano conferma in quanto detto dal medesimo BONAZZA e dal SAVOIA nella sotto riportata conversazione.
Nel corso del dialogo, i due interlocutori, lieti per la piega a loro favorevole assunta dalla vicenda, prefigurano i guadagni che intendono ricavare dall’affare ed evidenziano il ruolo centrale che il MIGLIARDI dovrà, concretamene, svolgere nell’esecuzione pratica del contratto, provvedendo a condurre presso il Casinò di Campione i giocatori e i personaggi siciliani, cui egli è collegato. Infatti, al SAVOIA che, convocandolo ad un appuntamento a Ginevra col Sindaco di Campione, afferma: “ …Se il sindaco viene qui lei deve venire qui perché mettiamo i punti sugli “i”. Facciamo anche il contratto e l’accordo per, per Migliardi…perché li bisogna veramente ricevere un tot all’anno o al mese. Ma veramente roba giusta!”, il BONAZZA risponde asserendo: “Sì, perché anche Migliardi. Noi conosciamo i giocatori quelli doc, quelli che vanno lì e che giocanoe lui li porta su perché è collegato con una catena che quest gente, un certo Fornasero, un certo Tizio, un certo roba, che questi qua portan…”.

Conversazione tra Ugo Bonazza e Vittorio Emanuele di Savoia. (05.11.2005)

OMISSIS
S.: senta, poi,bisognerà mettere a posto bene la storia lì col sindaco!
B.: sì. Lei è stato su, no? Mi ha detto.
S.: sì, ma spetti. Il sindaco mi ha detto che sarebbe venuto qua.
B.: ah, da lei!
S.: a vedermi.
B.: ah, bene, bene!
S.: sì, ma provi...allora venga anche lei, caso mai perchè c'è da mettere i punti su...
B.: sì,no, appunto...
S.: aspetti un secondo! Mi lasci parlare!
B.: sì.
S.: i punti sugli "i"! Capisce? Per questa storia.
OMISSIS
S.: allora, non interrompa! Io sono andato a Campione, oh!
B.: sì.
S.: mi hanno portato lì a pranzo e per il vice- sindaco io non ho detto niente. Nè niente. Vecchio casinò. E allora hanno detto che non il sindaco questo, perchè gli ho parlato a telefono, ma che il direttore o presidente eccetera erano offesi perchè io sono andato lì senza avvisarli. Ma io non sapevo neanche! Son stato invitato lì senza sapere neanche che andavo al Casinò! E allora che la smettano! E' Lele Mora che m'ha portato lì.
B.: ah, ho capito! C'è stato, così, un piccolo disguido, insomma!
S.: ma sì! Siccome loro sono arrabbiati con Lele Mora...
B.: ah!
S.: che vogliono togliere il contratto e ce lo danno a noi.
B.: ah!
S.: non bisogna dire niente! Capisce?
B.: ah, forse..
S.: adesso è per quello che vuol venire qui. Se il sindaco viene qui lei deve venire qui perchè mettiamo i punti sugli "i". Facciamo anche il contratto o l'accordo per , per Migliardi.
B.: lei appena che sa qualcosa di sicuro, mi avvisa e io  prendo il primo aereo della Air babou e in un ora son là!
OMISSIS
S.: lui aveva un contratto di duecentocinquantamila euro all'anno.
B.: capito.
S.: per cui nel passato facendo le spese là, lui doveva portare della gente e l'ha portata. Ma poi andava sempre a mangiare là. L'altro giorno siamo andati a mangiare con lui e ha speso diecimila euro.
B.: ah! E ha pagato chi? Lui?
S.: ma il Casinò! (ride)
B.: ah,ma allora è per quello che hanno il dente avvelenato con lui!
S.: esatto!
OMISSIS
B.: ma lì non bisogna andare per giocare, lì bisogna andare per prendere! E' giusto?
S.: sì, esatto! Ma allora,adesso, noi la monteremo bene questa storia.
B.: no, ma adesso, lei ne parli bene al sindaco.
OMISSIS
S.: perchè lì bisogna veramente ricevere un tot all'anno o al mese. Ma veramente roba giusta!
B.: sì, perchè anche Migliardi. Noi conosciamo i giocatori quelli doc, quelli che vanno lì e che giocano e lui li porta su perchè Rocco è collegato con una catena che questa gente, un certo Fornasero, un certo Tizio, un certo roba, che questi qua portano...
S.: ecco! E allora...
B.:  portano gente a Las Vegas...
S.: e allora prendiamo…
B.: permetta!
S.: sì,sì.
B.: e li porta di là, dopo. Una volta che è fatto nuovo, li porta di là.
S.: esatto. Li porta lì e la percentuale la prendiamo noi!
B.: però è una bella cifra! Hai capito il ragazzo! Cacchio!
S.: sì ce la portiamo via noi quella cifretta lì!
B.: sì,sì, ma anche di più , può darsi! Eh, perchè,dopo, sa com'è? Pagano per queste cose qua, no? Per portare i tizi!
OMISSIS
S.: senta però bisogna farlo bene questo e che non si sappia!
B.: sì,sì,no,no! Ma si figuri!
S.: no, ma Migliardi lo vorrei rincontrare di nuovo, Rocco!
B.: no, ma non ha capito! Quando si viene su per il sindaco, io lo porto su con me
S.: Esatto! Faccia, prenda...
B.: caso mai senta prima lei se deve venire anche lui o meno a questo incontro. Ha capito?
S.: sì.
B.: che sarebbe meglio che ci fosse solo io e lei , principe a parlare di queste cose.Per carità! Dopo, gli altri son anche...
S.: ma con Migliardi anche!
B.: vediamo un pò! Chieda al sindaco, prima. Ha capito?
S.: sì.
B.: perchè Rizzani mi ha detto che il Salmoiraghi vuol parlare con me per gli affari. E allora...
S.: chi?
B.: il sindaco. Vorrebbe parlare con me.
S.: allora, va bene.
B.: non con me. Con me e lei.
S.: noi tre.
B.: si, no. E basta! No: io, lei e basta.Dopo,il Migliardi e altri son tutta gente che abbiamo demandato a fare robe. Però lui vuole dialogare con me e lei. Con due testimoni : non ne vuole altra gente.Anche perchè...
S.: perfetto!
B.:perchè è anche una questione di principio. Capisce,principe?Meno gente che sa, meglio è. Giusto!
S.: sì,sì,sì. Benissimo.
B.: va bene! Allora, io sono a sua disposizione.
S.: allora, rimaniamo in contatto e stia bene.
OMISSIS

(Dall'ordinanza di applicazione di misure cautelari del Tribunale di Potenza - Ufficio del giudice per le indagini preliminari)

Bonazza e Tosic: "C'è tutto... tutto un giro"

Altro “ramo” della societas sceleris in esame – legato sempre al gioco d’azzardo, vera e propria ragine sociale dell’azienda criminale descritta – è quello riguardante gli affari illeciti trattati dai membri del sodalizio in oggetto in relazione al Casinò di Campione d’Italia, affari, se è possibile, ancor più rilevanti sotto il profilo criminale, rispetto ai quali alle condotte riconducibili allo “statuto penale della pubblica amministrazione, si accompagna l’aspetto, parimenti rilevante, legato al riciclaggio di capitali provenienti dalla criminalità organizzata siciliana, aspetto questo che, peraltro – sia pur sotto un profilo parzialmente diverso – ha già visto come protagonisti Campione d’Italia, il Casinò e lo stesso Sindaco SALMOIRAGHI.
A tal riguardo nelle trascrizioni delle numerose conversazioni telefoniche, qui di seguito riportate - il cui contenuto è, per altro, avallato dalle risultanze delle attività info-investigative condotte dalla polizia giudiziaria delegata e dalla documentazione acquisita - appaiono nitidamente tratteggiati i contorni di una vicenda, che costituisce espressione, ancora una volta emblematica, del programma criminoso e dell’attività delittuosa propri della societas sceleris in esame, della continuità e della solidità dei legami esistenti tra i membri dell’associazione medesima, nonché delle metodiche operative da essi adottate, sistematicamente improntate al condizionamento e alla corruzione di soggetti investiti di pubbliche funzioni.
Proprio nello sviluppo della vicenda qui di seguito descritta, si ripresentano, infatti, ancora una volta con sistematica metodicità, gli interessi, le modalità operative, e finanche i ruoli ricoperti da ciascun sodale in seno all’associazione, elementi tutti, che caratterizzano come una sorta di marchio di fabbrica il sodalizio criminoso, imperniato su Vittorio Emanuele di SAVOIA, Ugo BONAZZA e Rocco MIGLIARDI.
Fulcro degli affari che i membri della compagine criminosa in questione impostano e concludono, secondo il ben consolidato iter delittuoso, è il Casinò Municipale di Campione d’Italia, grazie ai cui compiacenti amministratori, l’associazione, e in particolare alcuni membri dell’associazione medesima, riescono ad ottenere l’incarico di procacciatori e di portatori di clienti per la predetta casa da gioco. Si vedrà più avanti come il SAVOIA, tramite il BONAZZA e tale Beppe RIZZANI, riesca ad agganciare il sindaco di Campione, Roberto SALMOIRAGHI, con il quale i sodali stipuleranno un vero e proprio pactum sceleris, facendo assegnare formalmente al BONAZZA l’incarico di “procacciatore di clienti” del Casinò, incarico tuttavia, nei fatti ed in concreto conferito a MIGLIARDI Rocco, soggetto notoriamente ben inserito e con forti legani nella criminalità organizzata siciliana, come tale in grado di portare e di garantire la presenza al Casinò di giocatori disposti a spendere ingenti somme di danaro, evidentemente provento di illecito. A tal riguardo, emerge con palmare evidenza come i termini dell’accordo stipulato tra il SAVOIA, il BONAZZA, il MIGLIARDI, il RIZZANI e il SALMOIRAGHI siano ben chiari, nel senso che è lo stesso Sindaco SALMOIRAGHI a sottolineare senza mezzi termini la necessità che il MIGLIARDI rimanga nell’ombra e che la convenzione venga formalmente stipulato con il BONAZZA, e cioè con un soggetto ufficialmente “pulito”, con l’intesa, però, che chi porterà i clienti siciliani sarà il MIGLIARDI. Si vedrà ancora come nei termini dell’accordo sia anche pattuita la corresponsione di un adeguato compenso, destinato al medesimo sindaco SALMOIRAGHI.
Emerge, dunque, anche con riferimento a tale vicenda, come il business del gioco d’azzardo costituisca il settore di interesse e la ragion d’essere del legame affaristico-criminale instauratosi tra gli indagati in questione, i quali – come si è più volte ribadito – con metodica sistematicità seguono un protocollo operativo sempre uguale, consistente nello stringere legami e relazioni con personaggi investiti di pubbliche funzioni (spendendo, di regola, il prestigio sociale esercitato dal SAVOIA), per comprare, in seguito, la compiacenza ed i favori dei medesimi.
E’ proprio grazie alla condiscendenza dei pubblici funzionari, coinvolti nella gestione del Casinò di Campione d’Italia – ovvero, nel caso di specie, del Sindaco della cittadina lombarda, Roberto SALMOIRAGHI e del direttore generale della casa da gioco, Domenico TUOSTO – che l’associazione a delinquere riesce a “pilotare” l’affidamento ad Ugo BONAZZA dell’incarico di procacciatore di clientela per la casa da gioco, con il chiaro intento, di cui il SALMOIRAGHI e il TUOSTO appaiono pienamente consapevoli, di mettere in piedi un’operazione di facciata, dietro la quale celare la partecipazione al lucroso affare di personaggi come il SAVOIA ed il MIGLIARDI.
Secondo quanto emerge ripetutamente nelle numerose conversazioni telefoniche intrattenute sull’argomento dai soggetti coinvolti, in cambio degli illeciti favori l’associazione offre al SALMOIRAGHI una serie di contropartite, che vanno dalla promessa di una “commissione” sull’affare col Casinò, come viene asserito dal SAVOIA e dal BONAZZA nei loro colloqui telefonici, alla promessa di un’occupazione per il figlio Francesco, significativamente avanzata proprio in concomitanza con la firma del contratto di incarico, alla concessione di titoli e di onorificenze monarchiche al SALMOIRAGHI stesso e alla madre. Ad ogni buon conto, al fine di agevolare una compiuta comprensione della vicenda è necessario inquadrare la stessa nel contesto entro il quale essa si svolge, rammentando che il Comune di Campione d’Italia è un’enclave italiana in territorio svizzero, che, proprio in virtù di tale sua peculiarità geografica, ospita uno dei quattro casinò dove è lecito, in deroga al codice penale vigente nel nostro Paese, l’esercizio del gioco d’azzardo.
Il Casinò Municipale, istituito in forza del Regio Decreto Legge del 2 marzo 1933, n. 201 e gestito da una società per azioni a capitale pubblico, il cui azionista di maggioranza, con il 46% delle azioni, è proprio il Comune di Campione, dà lavoro a oltre 600 persone e vanta un utile di circa 10 milioni di €uro annui, che non solo rappresentano la fondamentale risorsa economica della comunità campionese, ma costituiscono una fonte di proventi anche per lo Stato e per le tre province di Como, Lecco e Varese, assegnatarie di quote dei proventi.
Sempre a tal riguardo vale la pena ancora aggiungere che proprio il Casinò Municipale di Campione, nel corso del 2005, è stato al centro di un’inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, denominata “Gioco d’azzardo”, nell’ambito della quale è stata disposta la perquisizione della casa da gioco e della sede dell’amministrazione comunale; inoltre lo stesso Roberto SALMOIRAGHI, Sindaco attualmente ancora in carica, è stato raggiunto da un avviso di garanzia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, finalizzata al riciclaggio di denaro proveniente da traffici illeciti, in relazione al periodo dicembre 2001- giugno 2003, periodo in cui il predetto SALMOIRAGHI ricopriva la carica di amministratore delegato del Casinò. A tal proposito, occorre osservare ancora che il ruolo del “porteur”, ovvero del procacciatore, per conto delle case da gioco, di clienti facoltosi, richiede un’integrità non solo formale, ma sostanziale della reputazione e della condotta dell’incaricato di tale compito. E’ notorio, infatti, che proprio le case da gioco costituiscono, per la criminalità organizzata, uno degli strumenti e dei veicoli preferiti per riciclare capitali di illecita provenienza. In tale contesto, pertanto, diventa imprescindibile, al fine di arginare efficacemente il fenomeno, che i soggetti chiamati a gestire le case da gioco, operino una selezione degli incaricati di tale servizio improntata ai più severi criteri. Appare, pertanto, decisamente sconcertante la disinvoltura con cui Roberto SALMOIRAGHI, Sindaco di Campione d’Italia, pur consapevole di trattare non con un singolo, ma con un gruppo, del quale è membro anche il MIGLIARDI, della cui reputazione è ben conscio (tanto da evitare, come si vedrà, di trattare direttamente con lui) avalli l’affidamento sostanziale del delicato incarico al medesimo, malgrado egli stesso lo consideri poco raccomandabile.
Fattore di ulteriore rilevanza e di sicuro significato è costituito dalle ulteriori attività illecite, che gli stessi membri del sodalizio programmano e pianificano collateralmente allo svolgimento dell’incarico, indebitamente ottenuto, presso il Casinò Municipale. L’intento coltivato dall’associazione è, palesemente, quello di inserirsi nel lucroso business del gioco d’azzardo, per assicurarsi il cospicuo tornaconto, derivante dalle percentuali riconosciute dal Casinò ai procacciatori sulle somme giocate dai clienti, senza trascurare, per altro verso, di coltivare progetti, altrettanto remunerativi, di “sfruttamento dell’indotto”: infatti, secondo quanto più dettagliatamente si vedrà in seguito, i sodali dell’associazione programmano addirittura la pianificazione di un’attività di sfruttamento della prostituzione, a mo’ di “servizio accessorio”, da proporre ai clienti della Casa da gioco campionese (attività già ben pianificata, fino al punto di aver già individuato la prostituta - legata al BONAZZA - cui è affidato il compito di procacciare e procurare materialmente le ragazze, identificata in TOSIC Vesna)
Proprio nella cornice fin qui tratteggiata, si inseriscono, dunque, le conversazioni telefoniche qui di seguito riportate – per altro, oggetto anche più oltre di ulteriori approfondimenti –, che per i toni e i contenuti dei dialoghi intercorsi tra gli interlocutori, il SAVOIA ed i sui fidi sodali Ugo BONAZZA e Rocco MIGLIARDI, rappresentano, per più ragioni, un esemplare compendio dei tratti salienti che caratterizzano lo svolgimento delle attività e dei progetti criminosi della societas sceleris appena descritti.
Emerge da esse, in primo luogo e per più versi, la sussistenza del saldo vincolo associativo, che lega tra loro i membri del sodalizio criminoso, ciascuno dei quali appare fattivamente e organicamente impegnato nella pianificazione e nel perseguimento dei comuni illeciti affari, secondo un’efficace e ben rodata distribuzione dei ruoli. Nel contesto fin qui tratteggiato, spicca, ancora una volta, il ruolo preminente ricoperto dal SAVOIA, quale vero e proprio artefice e ispiratore delle attività del sodalizio, nel cui ambito, tuttavia, anche il BONAZZA e il MIGLIARDI svolgono funzioni organizzative fondamentali, fornendo alla compagine medesima un apporto determinante e assolutamente decisivo. In particolare, il SAVOIA, che grazie alla posizione sociale ricoperta gode di entrature e di contatti influenti, è sistematicamente impegnato nel coordinamento dell’operato degli altri sodali, mentre il BONAZZA, cui compete condurre e concludere le trattative con gli amministratori campionesi, per spuntare le più convenienti condizioni economiche, mantiene i contatti col MIGLIARDI, in tutto e per tutto “braccio operativo” dell’associazione, al quale compete l’incombenza di procacciare, con l’aiuto dei suoi “amici siciliani”, la clientela da condurre al Casinò.
Ulteriore significativo sintomo della vitalità del sodalizio in esame è rappresentato dalla capacità dell’associzione medesima di cooptare e di affiliare personaggi utili, pronti a prestare fattivamente il loro operato, per il raggiungimento dell’obbiettivo comune che, di volta in volta, viene individuato: nel caso dell’affare Campione entra in scena Giuseppe RIZZANI, altro personaggio che ruota nella variegata galassia dell’entourage SAVOIA, ricoprendo il ruolo di delegato vicario, per la Lombardia, dell’Ordine dinastico dei Santi Maurizio e Lazzaro. A tal riguardo, occorre rimarcare che proprio la comune appartenenza - del RIZZANI, del BONAZZA, del MIGLIARDI e del SALMOIRAGHI - a uno degli Ordini dinastici sabaudi (di cui il SAVOIA è, tradizionalmente, il Gran Maestro) rappresenta, a un tempo, e ancora una volta, occasione e fattore aggiuntivo di coesione e affiatamento.
Occorre qui rammentare, infatti, che “la collaborazione” tra il SAVOIA e il MIGLIARDI, originariamente promossa e appoggiata dal BONAZZA, nasce ed è sancita proprio nell’ambito dell’affiliazione del socio siciliano al mezionato Ordine, ufficialmente avvenuta nel dicembre del 2005.
Secondo quanto rivelato dalle numerose conversazioni telefoniche intercorse tra gli indagati, nel corso delle quali essi si dilungano in termini inequivocabili sulla pianificazione dei loro affari comuni, è proprio la comune appartenenza all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro il presupposto che mette il SAVOIA ( massima autorità del predetto Ordine) in condizione di “trattare” col SALMOIRAGHI l’affidamento del lucroso incarico presso il Casinò Municipale di Campione d’Italia, cittadina dal SALMOIRAGHI stesso amministrata; al contempo, è l’aspirazione del SALMOIRAGHI a ricevere (oltre ai denari) promozioni e riconoscimenti nell’ambito del predetto Ordine, a costituire una delle monete di scambio nel la logica sinallagmatica del patto corruttivo, da lui stretto con l’associazione criminosa. Infine, non è priva di significato la circostanza che a condurre la trattativa “sul campo” col SALMOIRAGHI sia stato prescelto dal SAVOIA proprio Giuseppe RIZZANI, che dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è, come detto, il delegato vicario proprio per la Lombardia.
Proprio a proposito di quanto detto, si rivelano particolarmente eloquenti le parole utilizzate dal BONAZZA, nel corso di una conversazione telefonica , per mettere a parte un’amica, tale Vesna TOSIC, del business in corso di realizzazione col Casinò Municipale di Campione d’Italia. Nel confidare all’amica gli appoggi di cui l’associazione può godere, grazie al SAVOIA, presso la rinomata Casa da Gioco lombarda, il BONAZZA spiega proprio con la comune appartenenza all’Ordine capeggiato dal SAVOIA (sua e del SALMOIRAGHI- sbrigativamente indicato dall’interlocutore come “il titolare del Casinò di Campione”) la genesi e il fattore determinante del remunerativo affare, che il sodalizio criminoso sta concludendo ( come poi concluderà) con gli amministratori campionesi.
Al riguardo, appare fondamentale richiamare anche le dichiarazioni rese da REGOLO Luciano in data 26.5.2005, proprio in relazione al suddetto Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, associazione benefica istituita dagli avi di Vittorio Emanuele SAVOIA, e da quest’ultimo utilizzata per reclutare tra l’altro, loschi e discutibili personaggi, tra i quali il MIGLIARDI, il BONAZZA, il SALMOIRAGHI, il RIZZANI, poi utilizzati dal SAVOIA medesimo per le svariate attività illecite dallo stesso coordinate. Ancora di estremo rilievo appaiono le dichiarazioni rese dallo stesso REGOLO in ordine alla effettiva destinazione dei fondi raccolti dal menzionato ordine e sulla probabile operazione truffaldina connessa a tale iniziativa, elemento questo si sicura rilevanza anche per ciò che si dirà in relazione al profilo cautelare della vicenda.

Conversazione tra Ugo Bonazza e Vesna Tosic.

OMISSIS
U.: perchè io ...adesso, siccome son cavaliere di coso...no? E il titolare del Casino di Campione...è una confidenza...
T.: sì.
U.: è un nostro amico e devono fare a Campione devono fare il casino più grande d'Europa.Lo sai, no?
T.: sì,sì,sì,sì,sì:quello nuovo anche che stanno facendo.
U.: ecco! E allora, questa persona è amico con noi: con me e col principe. Capito?
T.: certo.
U.: e martedì,mercoledì devo andare per un bel business. Hai capito?
T.: va benissimo! Io sono qui di casa. Anzi! Meglio di così!
U.: appunto! Dopo, eventualmente, ti invito e ci troviamo là. Hai capito?
T.: ma diamine! Ma diamine! Ci mancherebbe!
U.: ecco, così, dopo stiamo un pò contenti.
T.: eh...tipo...facciamo un nostro piccolo, come si dice, piccolo business (ride)
U.: così...si incontra...eh? Va bene.? Hai capito?
T.: ...un piccolo incontro... va bene! Sarà fatto!
U.: no, perchè, io in mezzo a 'sta roba qua ho cominciato a fare dei business, anche. Oltre a.... capito?
T.: ma diamine!
U.: con certa gente...con certa gente si può anche fare qualcosa...
T.: sì, sì. Anche fare qualcosa! Però deve essere credibile, insomma.
U.: ma di lavoro sempre! Eh brava! Appunto! No,no. Ma, appunto, io devo, devo trovarmi appunto col...uhm... proprietario del Casino di Campione.
T.: certo.
U.: e poi...
T.: sì,sì,sì...ma non è detto che non lo conosca anch'io perchè ci andavo...
U.: siccome...E ma forse lo conosci anche! Sai perchè anche, cara? Perchè questo qui è una persona che è nostra amica. Hai capito? Che fa parte della nostra, del Cavalierato e roba.
T.: eh sì! Diamine! E' una persona che...
U.: è amico, è amico con chi dovresti andare stasera. Hai capito?
T.: eh sì.
U.: è amico con Vittorio... Capito? C'è tutto...tutto un giro.
T.: è tutta una catena come si potrebbe dire.
U.: brava! Esatto! Allora, hai capito? Porta pazienza e vedrai che...
T.: ma diamine!
U.: ...ci sarà...qualche...
T.: ci sarà qualche cosa.
OMISSIS
U.: perchè io ...adesso, siccome son cavaliere di coso...no? E il titolare del Casino di Campione...è una confidenza...
T.: sì.
U.: è un nostro amico e devono fare a Campione devono fare il casino più grande d'Europa.Lo sai, no?
T.: sì,sì,sì,sì,sì:quello nuovo anche che stanno facendo.
U.: ecco! E allora, questa persona è amico con noi: con me e col principe. Capito?
T.: certo.
U.: e martedì,mercoledì devo andare per un bel business. Hai capito?
T.: va benissimo! Io sono qui di casa. Anzi! Meglio di così!
U.: appunto! Dopo, eventualmente, ti invito e ci troviamo là. Hai capito?
T.: ma diamine! Ma diamine! Ci mancherebbe!
U.: ecco, così, dopo stiamo un pò contenti.
T.: eh...tipo...facciamo un nostro piccolo, come si dice, piccolo business (ride)
U.: così...si incontra...eh? Va bene.? Hai capito?
T.: ...un piccolo incontro... va bene! Sarà fatto!
U.: no, perchè, io in mezzo a 'sta roba qua ho cominciato a fare dei business, anche. Oltre a.... capito?
T.: ma diamine!
U.: con certa gente...con certa gente si può anche fare qualcosa...
T.: sì, sì. Anche fare qualcosa! Però deve essere credibile, insomma.
U.: ma di lavoro sempre! Eh brava! Appunto! No,no. Ma, appunto, io devo, devo trovarmi appunto col...uhm... proprietario del Casino di Campione.
T.: certo.
U.: e poi...
T.: sì,sì,sì...ma non è detto che non lo conosca anch'io perchè ci andavo...
U.: siccome...E ma forse lo conosci anche! Sai perchè anche, cara? Perchè questo qui è una persona che è nostra amica. Hai capito? Che fa parte della nostra, del Cavalierato e roba.
T.: eh sì! Diamine! E' una persona che...
U.: è amico, è amico con chi dovresti andare stasera. Hai capito?
T.: eh sì.
U.: è amico con Vittorio... Capito? C'è tutto...tutto un giro.
T.: è tutta una catena come si potrebbe dire.
U.: brava! Esatto! Allora, hai capito? Porta pazienza e vedrai che...
T.: ma diamine!
U.: ...ci sarà...qualche...
T.: ci sarà qualche cosa.
OMISSIS

(Dall'ordinanza di applicazione di misure cautelari del Tribunale di Potenza - Ufficio del giudice per le indagini preliminari)

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