Marocco

Fes

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Cartografia
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Storia
Si attribuisce l'avvio della fondazione, avvenuta il 4 gennaio dell'808, a un discendente del profeta, di nome Idris ibn Idris (poi Idris I), morto nel 791, che in tarda età vi fissò la sua capitale. La città sorgeva sulla riva destra del fiume Fas ( Wadi Fas ) e da questa avrebbe desunto il suo nome. Il figlio Idris II completò invece la costruzione di un diverso insediamento, sulla riva sinistra dello stesso wadi, dandogli il nome di al-Aliya (La Suprema) e fissò qui la capitale della sua dinastia nell'809. Nell'812 i musulmani andalusi cacciati dagli Omayyadi di Cordova s'insediarono nella Fes di Idris I e i due gruppi svilupparono le due comunità sulle rive opposte del wadi, costruendo proprie moschee, mercati e fortificazioni. In seguito i due insediamenti si unirono, le singole fortificazioni vennero abbattute e fu costruita una nuova cinta muraria. Nel 1250, con la presa definitiva dei Merinidi, Fes divenne nuovamente capitale e nel 1276 venne affiancata da un nuovo insediamento chiamato Madinat al-Bayda (la città bianca) presto cambiato in Fas al-Jadid (Fes la Nuova) per distinguerla dalla preesistente Fas al-bali (Fes la vecchia).

Agli inizi del XIV secolo Fas al-Jadid fu dotata di una mellah (ghetto) in cui furono trasferiti gli ebrei della città, gli ebrei convissero con gli arabi senza molte difficoltà, pur con qualche restrizione che sopravvisse fino all'avvento del protettorato: non potevano cavalcare cavalli o asini, né portare calzature all'esterno della mellah. Poterono costruire le loro sinagoghe e solo negli ultimi anni furono costretti ad emigrare in Israele, abbandonando case e beni, che i musulmani adibirono a loro abitazioni o a depositi e mostre di tappeti.

La città conobbe un particolare periodo di prosperità durante il regno del sultano merinide Abu l-Rabi all'inizio del XIV secolo e sotto il suo successore Abu Said Uthman (che regnò dal 1310 al 1331), che fecero di Fes un centro industriale e commerciale. L'Università al-Qarawiyyin crebbe in fama attirando i migliori docenti dell'Islam, Il tramonto della dinastia merinide segnò l'inizio del lento regresso di Fes.
Nel 1471, la città cadde nelle mani della dinastia dei Banu Wattas (o Wattasidi).
Distrutta in parte da un terremoto nel 1522, la città passò sotto i Sa'didi e perse d'importanza a favore di Marrakech, divenuta la capitale, come pure di Meknès anch'essa successivamente capitale. Ridivenne capitale nella prima metà del XIX secolo e rifiorì nuovamente. Nel 1912 col protettorato francese Fes perse nuovamente d'importanza anche se si ebbe un certo sviluppo di nuovi quartieri di aspetto occidentale.
Il governatore francese Louis H. G. Lyuatey la dichiarò infatti città monumentale ma trasferì le funzioni politiche e amministrative a Rabat, ancora oggi capitale del regno indipendente dal 1956. Fes ha quindi nel contesto marocchino un ruolo principalmente di città d'arte e dell'artigianato, conservando quello di capitale religiosa.

Monumenti
Fès è famosa per la sua "medina", nome con cui gli europei indicano la parte vecchia delle città arabe, si tratta essenzialmente di Fas al-Bali in cui si manifesta tutta la complessità di una città musulmana antica con le sue tortuose e strette strade, percorribili solo a piedi in cui i trasporti avvengono con gli asini carichi fino all'inverosimile che ingombrano i vicoli più stretti fino a costringere i passanti a schiacciarsi contro le pareti. L'intrecciarsi delle strade è tale per cui i turisti sono consigliati di munirsi di guide ufficiali per non correre il rischio di perdersi. Ogni tanto si aprono slarghi o piccole piazze con mercati di ogni tipo. I negozi espongono nelle vetrine le merci anche più imprevedibili anche dentiere, ma accanto ai prodotti occidentali ci sono prodotti dell'artigianato del legno, del metallo, del cuoio, ed anche botteghe artigiane dei più svariati mestieri.

Fra i monumenti notevoli la Medersa (Madrasa) Bu ?Inayna, scuola coranica con alloggio per gli studenti, fronteggiata da un orologio ad acqua e da un arco che scavalca la strada. Eretta nel 1350-57 dal sultano Abu Inan secondo i canoni architettonici di questo tipo di costruzioni, ha sulla sinistra del portale maggiore (in legno di cedro placcato in bronzo lavorato) una più modesta porta detta "degli scalzi", riservata ai visitatori che si dovevano pulire i piedi grazie ad una canaletta d'acqua che scorreva vicino, per non sporcare il luogo.
Tutti gli edifici del complesso si affacciano su un cortile il cui pavimento è ornato da marmo, onice, gesso e legno scolpito, le porte degli edifici sono finemente decorate, i gradini per salire al piano superiore dove sono gli alloggi sono bordati in onice e al seminterrato si trovano le aule, lungo un lato del cortile si apre la sala di preghiera, il cui ingresso è vietato ai non mussulmani, e dall'esterno si può solo sbirciare il mihrab (nicchia che indica la direzione della Ka'ba, verso cui si deve rivolgere la preghiera) finemente decorato, le antiche vetrate e i capitelli.

Un'altra madrasa è quella degli Attarin (profumieri), eretta dal sultano Abu Sa'id nel 1323-25: capolavoro dell'arte merinide a Fes. La città ha molte moschee con relativi minareti, la più importante è la Moschea al-Qarawiyyin (francesizzata Karaouine), ossia "Moschea degli abitanti di Qayrawan"), fondata nell'857 da Fatima, figlia di Muhammad al-Fihri, espatriato appunto da Qayrawan, più piccola in origine ma ampliata nel 1135-44. La Moschea è anche sede della più antica università islamica, con una biblioteca di antichi testi coranici ed è seconda per prestigio - insieme alla Zaytuna di Tunisi - solo ad al-Azhar del Cairo, fondata nel X secolo.

Il Palazzo reale a cui è impedito l'accesso e di esso si possono solo vedere dall'esterno le porte dorate costruite fra il 1969 e il 1972, è un complesso di edifici, giardini cortili, composto da un serraglio, una moschea una medersa (madrasa) merinide del 1320 e una kubba: piccolo edificio cubico sormontato appunto da una cupola che custodisce il sepolcro di un personaggio stimato o venerato. In Occidente alcuni chiamano erroneamente la kubba col nome di marabut invece murabit, o "marabutto", indica un sufi che si ritirava in un ribat, sorta di eremo eretto in aree non abitate e spesso lungo i confini delle aree islamiche, per condurvi vita monastica di meditazione, difendendo al contempo la dar al-Islam, il territorio sottoposto alla legge islamica. Generalmente le kubba sono mèta di pellegrinaggi per ottenere la "baraka" cioè la "benedizione", la fortuna, la buona sorte.
Interessante è la cerchia delle mura che circonda insieme le due città ed è munita di torri e di pregevoli porte.

(tratto da Wikipedia)