Vipiteno
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Cartografia
Descrizione
Il nome
Il toponimo Sterzing rimane inafferrabile per gli storici.
La presenza di un ospizio in tempi antichissimi potrebbe collegarsi al mitico Sterzl o Starz, un pellegrino storpio, mendicante e vagabondo (Landstörzer) che è stato eternato nello stemma della città.
Secondo altri, nella romana Vipitenum ci doveva essere una zecca dove si coniavano i sesterzi, da cui, per assonanza, Sterzing.

La Storia
• 15 a.C., con la conquista romana ad opera di Druso, viene aperta la strada che da Pons Drusi (Bolzano) porta attraverso il passo del Brennero ad Augusta Vindelicorum (Augsburg); su questa strada viene fondata la stazione romana di Vipitenum. Tutto il territorio è incorporato nella provincia Rezia.

• VI secolo d.C., si stanziano nella Val d'Isarco i Baiuvari provenienti dalla Baviera; disboscano i terreni e costruiscono i loro masi anche in località di montagna.

• 1180, si ha la prima notizia scritta del nuovo insediamento chiamato Stercengum e divenuto poi Sterzing (l'attuale Città Vecchia).

• 1280, Mainardo II di Tirolo per contrastare il Vescovo di Bressanone e mantenere sotto il suo controllo la Val d'Isarco, fa costruire la cinta muraria intorno a Vipiteno, che viene ampliata (l'attuale Città Nuova) ed elevata al rango di città. Fiorisce l'attività alberghiera grazie al passaggio di pellegrini, commercianti, corrieri, clerici vagantes, soldati. Vipiteno ottiene il diritto di mescita e quello di riscuotere i pedaggi (1496).
Altra attività importante è quella dei conciatori, concentrati in un quartiere fuori le mura.

• XV-XVI sec., è questo il periodo della massima fioritura della città. Con lo sfruttamento delle miniere di argento e di piombo a Colle Isarco e in Val Ridanna, arrivano minatori, finanzieri e imprenditori di livello europeo come i Fugger di Augsburg. Questi ultimi insieme con altre ricche famiglie contribuiscono alla fioritura artistica che, dopo l'incendio della Città Nuova nel 1443, si esprime nella costruzione di eleganti dimore borghesi e di edifici pubblici come il nuovo Municipio, la Torre civica, l'ampliamento della Chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Palude. Nel 1548 sono censiti in città ben 26 alberghi, comprese locande, trattorie per carrettieri, osterie, bettole e taverne. Verso la fine del XVI secolo l'impoverimento delle miniere porta la città alla decadenza.

• 1867, l'apertura della ferrovia del Brennero porta insieme con il turismo nuove fonti di reddito, segnando il destino della città fino ai nostri giorni.

• 1919, con l'annessione dell'Alto-Adige all'Italia, Sterzing recupera anche il nome latino di Vipiteno.

L'altare di Hans Multscher, meraviglia gotica
Il nucleo abitato si è sviluppato lungo la strada del Brennero, la via di comunicazione più importante tra Italia e Germania. Nonostante la crescita di nuovi quartieri, l'impianto urbanistico è rimasto pressoché inalterato dalla fine del XIII secolo, quando Sterzing fu elevata al rango di città, anche se della cinta muraria permangono solo brevi tratti.

La cittadina è divisa dalla torre civica (detta anche "delle Dodici") in due nuclei, Città Vecchia e Città Nuova, allineati lungo la via principale (Reichstrasse) con negozi e alberghi al posto delle antiche botteghe artigiane e delle locande.

Con le case coronate di merli e gli eleganti bovindi (Erker) che vi si affacciano, la Reichstrasse sembra una lunga sala da festeggiamenti. La Torre delle Dodici, eretta nel 1469 e terminata con l'orologio e la meridiana nel 1473, al tempo in cui vi era la cinta muraria fungeva da porta della città.

E' stata ricostruita nella sua forma attuale dopo l'incendio del 1868. Vicino alla torre è da ammirare la Jöchlsthurn, una bella residenza tardogotica, oggi Museo delle Miniere. Contemporaneo alla costruzione della torre è il Palazzo Comunale, rifinito in seguito (1524) con l'Erker poligonale d'angolo coronato di merli.

Notevoli all'interno le inferriate, i rivestimenti in legno, la stube gotica con la singolare lumiera (1520) a forma di donna. Nel cortile interno del municipio è collocata la lapide di Mitra, il dio persiano adorato dai legionari romani, ritrovata in zona.

La chiesa gotica di S. Spirito (fine del '300) faceva corpo unico con l'Ospedale (attualmente sede dell'associazione turistica). La navata principale riporta splendidi e terrificanti affreschi quattrocenteschi di Giovanni da Brunico. La chiesa parrocchiale di S. Maria della Palude (1417) è ritenuta la più ampia del Tirolo: su coro e sagrestia gotici (1455) è stato addossato nel 1496 un vasto corpo a tre navate ultimato nel 1524.

All'interno sono conservate, tra le altre opere, cinque statue del prezioso altare a portelle di Hans Multscher, lo scultore ligneo più famoso in quel tempo in Germania. L'altare, che il maestro realizzò nel suo laboratorio di Ulm e che nel 1458 fu trasportato e collocato in questa chiesa di Vipiteno (le tavole si trovano invece al Museo Multscher nella Commenda dell'Ordine teutonico), rappresenta uno dei capolavori del realismo tardogotico tedesco, con evidenti riflessi sull'arte del Tirolo (basti pensare a Michael Pacher).

Nei boschi dei dintorni, su uno spuntone di roccia, l'imponente Castel Tasso (Reifenstein), menzionato già nel XII secolo, offre all'ammirazione la stube gotica e la cappella.