Forte Fortezza
tratto da Wikipedia
Prima della realizzazione
La decisione della costruzione del forte in questo punto è dovuta a fatti risalenti tra il '700 e l'800: le mire espansionistiche di Napoleone. Come per la costruzione delle fortezze del Quadrilatero (nel 1830), si decise di mettere in sicurezza due delle vie di comunicazione più importanti dell'Impero, la val Pusteria e la via del Brennero. Oltre a queste motivazioni, la scelta di costruire il forte in questo preciso punto fu presa dall'Arciduca Giovanni d'Austria, profondo conoscitore della terra dell'attuale Alto Adige, e quindi anche dei fatti accaduti in località Le Cave (poco più a nord di Fortezza), dove nel 1809 un pugno di 500 contadini delle milizie di Andreas Hofer, guidati da Peter Mair, riuscirono a respingere l'avanzata delle truppe francesi e sassoni guidate dal generale napoleonico Lefebvre. Fu quindi deciso di costruire la fortezza dove sorgeva in antichità il ponte Ladriccio-Ladritscher Brucke, di probabile origine romana (da non confondere con quello attuale, 100 m più a valle). Un altro motivo per cui fu scelta l'attuale posizione è la vicinanza alle materie prime necessarie alla sua costruzione: il granito a Falzes, per l'argilla dei mattoni vi era la sottostante valle di Riga, e a Brunico, Maranza e San Vigilio di Marebbe vi erano mulini e forni per la calce. L'acqua inoltre era reperibile dal fiume Isarco che passava proprio per di lì. Il trasporto del materiale comportò comunque non poche difficoltà.

La realizzazione
Karl von Scholl fu l'incaricato si progettare la costruzione del forte. Questo era di nuova concezione, in stile neoclassico, articolato su tre livelli. Il forte fu realizzato a tempo di record, i lavori ebbero inizio il 17 giugno 1833, e venne inaugurato soltanto il 18 agosto 1838, alla presenza dell'Imperatore d'Austria Ferdinando I (il progetto iniziale prevedeva il compimento dell'opera in soli 3 anni, ma problemi economici lo ritardarono). Durante la fase di costruzione furono ritrovati numerosi cadaveri, che significavano che questa località fin dall'antichità era un punto di lotta per il confine.
A Fortezza furono estratti 900.000 metri cubi di argilla, con cui furono costruiti qualcosa come 20.000.000 di mattoni (tutti firmati con l'acronimo KKF Kaiser Konigliche Festung), andando a disboscare i boschi adiacenti per la loro cottura. Furono usati inoltre 114 milioni di metri cubi di calce, 2.844.000 di metri cubi di sabbia, 157.625.000.000 di metri cubi di granito[citazione necessaria] e 297.500 metri di legno. Per la sua costruzione vennero impiegati 4600 operai, circa 4 volte l'allora popolazione di Bressanone. Molti operai morirono durante la costruzione del forte e furono seppelliti vicino all'ex-sanatorio di Bressanone. Oltre alle morti bianche si aggiunse il colera.

Il forte era formato da tre blocchi:
il forte basso: articolato in diverse costruzioni erette sul fondo della Val d'Isarco, ospitava gli uffici del Comando, due serie di camere di combattimento, i forni per il pane. Il suo accesso dà attualmente sul lago di Fortezza;
il forte medio;
il forte alto, la Cittadella: parte completamente separata dagli altri due blocchi, si erige sul fianco occidentale della montagna 75 metri più in alto. Raggiungibile attraverso una scalinata di 453 scalini, alloggiata in una galleria coperta a volta, o una strada di accesso di 2 km.

Ogni blocco era a sua volta suddivisibile in sottosettori, che all'interno del complesso del forte potevano risultare autonomi per la difesa.
Il forte era inoltre formato da una parte esterna alla fortezza, il Block Haus, un edificio sito alla base del pilastro del ponte stradale (il nuovo ponte Ladriccio-Ladritscher Brucke) che qui, ai margini orientali della fortezza, oltrepassa il fiume Isarco. Oltre a ciò, bisogna anche considerare che a est della fortezza si trovava una forra profonda, e quindi invalicabile, dove scorreva l'Isarco. Oggi al suo posto si trova il lago di Fortezza, costruito nel 1940.
Il forte rappresenta la più antica fortificazione costruita dall'Austria in Tirolo (le odierne province di Trento e Bolzano), e sia nella parte alta che quella bassa aveva le sue caponiere di difesa. Nonostante la sua grande potenza di fuoco, il forte non fu mai usato in prima linea, e venne quindi quasi subito adibito alla funzione di deposito.
Tutte le componenti del forte sono munite di numerose feritoie disposte su più livelli. Il forte poteva alloggiare con tranquillità 1200 soldati.
Il rifornimento idrico del forte era assicurato da alcune grandi cisterne, dato che non era possibile avere acquedotti o sorgenti.
Nell’ampia piazza del forte medio si trova una cappella neogotica, progettata dall'ingegner capitano Gedeon von Radò e costruita nel 1845, per andare in contro alle necessità religiose della guarnigione. Questa particolarità è unica nelle fortezza austriache. Guardando il soffitto viene subito in mente la struttura del Phanteon di Roma. all'esterno della chiesetta si trovavano le statue dei generali Radetzky e Hess.

I 451 gradini
Il tunnel che collega la parte bassa e la parte alta non fu scavato nella roccia, ma costruito, poi rinforzato con i soliti blocchi di granito ed infine ricoperto con 2 metri di terra.
Il tunnel è largo 2,53 metri e i gradini che lo percorrono hanno un'alzata di 18,4 cm e una pedata di 31,6 cm. Inizialmente era previsto un pianerottolo dopo un terzo della scalinata, che però non fu costruito, senza neanche che questa modifica fosse annotata nei minuziosi diari di cantiere. I gradini sono 451, e non 433 come da progetto, 18 gradini mancano dal progetto, e questo ha fatto pensare ad un possibile nascondiglio dell'oro (ricerche con metal detector hanno portato ad accantonare questa tesi).
Più valida invece la tesi della costruzione di un montacarichi che, mancando il pianerottolo, poteva trasportare facilmente merci al forte alto.

Modifiche strutturali
Nel corso della sua storia il forte subì diverse risistemazioni e ammodernamenti. Verso la seconda metà del '800 si iniziarono a progettare le costruzioni delle linee ferroviarie. Per Fortezza passavano sia la ferrovia del Brennero che la ferrovia della Val Pusteria. La prima fu fatta passare a fianco del forte comportando solamente una piccola modifica alle mura di cinta. Per il passaggio della seconda invece fu necessaria una modifica importante del forte. La linea infatti fu fatta passare proprio in mezzo al forte, ma impedendo la vista del suo interno dai convogli. La linea una volta uscita dal forte doveva attraversare la forra dell'Isarco; per superare tale ostacolo fu costruito un imponente ponte (alto 80 metri), che aveva la particolarità di poter ritrarre all'interno della fortezza un tratto di 20 metri dei binari, questo per motivi strategici.
Durante la Prima Guerra Mondiale il forte fu però utilizzato come magazzino e non come fortezza attiva, anche perché la linea di confine era ben lontana. Dopo la grande guerra il forte passò in mano dell'Esercito Italiano, che lo adibì a polveriera.
Prima dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale, attorno al forte vennero costruite diversi bunker, facenti parte del Vallo Alpino in Alto Adige, e precisamente dello Sbarramento di Fortezza.
Un'altra modifica avvenne nel 1940 quando fu costruita la diga del lago di Fortezza, che dopo due anni di lavori cambiarono faccia alla vallata, facendo scomparire il paese di Prà di Sotto. A causa della diga alcuni accessi al forte ora davano sulle sponde del lago, e alcuni depositi rimanevano sommersi.
Ulteriore modifica avvenne nel 1965 con la costruzione dell’autostrada A22. In poche decine di metri dovevano aver spazio l'autostrada, la ferrovia del Brennero, a doppio binario, la linea ferroviaria Fortezza - San Candido e la strada Statale 12. Per aumentare lo spazio transitabile una parte del forte venne demolita.

L'oro di Fortezza: il bunker
All'inizio del 1943 i nazisti decisero di far costruire un bunker nelle viscere del forte a dei prigionieri russi per poter ospitare l'oro in arrivo dalla Banca d'Italia. Il bunker era raggiungibile da un lungo corridoio, sbarrato da un muro in cemento armato e sigillato da una doppia porta blindata, con uno spessore di 40 cm.
La costruzione di questo bunker però pare del tutto inutile dato che il forte è già dotato di numerosi luoghi impenetrabili e sicuri.

La vicenda dell'oro
Il 16 dicembre 1943 12 vagoni con 127,5 tonnellate d'oro in lingotto, monete e una piccola quantità di platino, custoditi in barilotti e sacchi, giungono a Fortezza. Questo prezioso carico era parte delle riserve aurifere della Banca d'Italia, e fu scaricato dai prigionieri russi del forte, in un bunker sotterraneo, chiuso da tre differenti chiavi, custodite dal comandante del forte, dal funzionario della Banca d'Italia e dal borgomastro del paese Josef Wild. Allo stesso tempo la Wehrmacht aveva posizionato tutt'attorno alla fortezza alcune batterie controaeree.

Alcuni mesi successivi dal forte ripartirono tre convogli:
Il 29 febbraio 1944 un convoglio verso il Ministero degli Esteri del Reich a Berlino, contenente 55 tonnellate;
Il 19 aprile 1944 un convoglio verso le banche svizzere di Berna, contenente 23,5 tonnellate;
Il 21 ottobre 1944 un convoglio verso Berlino, contenente 24 tonnellate;
Quindi per un totale di 102,5 tonnellate d'oro.

Quando la V armata americana giunge a Fortezza il 17 maggio 1945, conquistandola senza sparare un sol colpo, trovarono nella camera blindata ancora 25 tonnellate d'oro (circa 7 miliardi di dollari), i resti dell'oro italiano (che gli alleati restituirono però solo tre anni più tardi).
Già allora i conti non tornavano, infatti si sospettò subito che i documenti che segnalavano la partenza dei carichi d'oro fossero contraffatti. A prova di ciò, il borgomastro (uno dei tre detentori di una delle chiavi) fu arrestato, e i suoi terreni furono passati al metal detector. Negli anni a seguire vi furono diverse spedizioni (anche una della Banca d'Italia) per sondare il terreno circostante il forte e per esplorare cunicoli murati, ma senza successo.
Nella leggenda dell'oro di Fortezza, si mescolano diverse storie, legate anche ad altri carichi d'oro svaniti nella storia, a cui si interseca anche la storia dell'oro jugoslavo ritrovato a casa di Licio Gelli (che si recò a Fortezza almeno tre volte prima degli anni '70) e della loggia Massonica P2.
A validazione di tesi sulla sparizione dell'oro, fu ritrovato il 15 novembre 2005 nel bunker che custodiva l'oro, uno stampo per lingotti, senza il marchio per firmare il lingotto.