Pozzi glaciali o marmitte dei giganti
I pozzi di Nago:
Caratteristiche testimonianze della presenza di ghiacciai nell'ultima fase dell'era neozoica, o quaternaria (Würm), caratterizzata da glaciazioni ricorrenti.
Tutto il paesaggio che lo sguardo può abbracciare da questo luogo: monti, lago, pareti di roccia..., reca chiare testimonianze dell'ultima fase glaciale dell'era neozoica (pleistocene, Würm), comprendente un periodo che va da 70.000 a 10.000 anni fa.
I pozzi glaciali, popolarmente chiamati Marmitte dei giganti, sono un segno caratteristico della presenza di un possente ghiacciaio, qui alto circa 1.000 metri, che ha profondamente inciso e modificato l'ambiente sotto l'aspetto geomorfologico.
Questo fenomeno si è verificato in corrispondenza di profondi crepacci formatisi all'interno dello stesso ghiacciaio in movimento. In essi le acque di fusione, precipitando a cascata, colpivano con violenza la roccia sul fondo e giravano vorticosamente trasportando grossi ciottoli di rocia durissima di porfido e granito che hanno scavato il pozzo nella roccia più tenera (calcare marnoso).
I numerosi pozzi glaciali presenti in questa zona sono ra i più noti di tutta la catena della Alpi. Antonio Stoppani, noto geologo e paleontologo, nato a Lecco nel 1824 e morto a Milano nel 1891, li ha studiati e descritti nella sua opera più famosa "Il Bel Paese".

Galleria fotografica delle Marmitte di Nago

Antonio Stoppani:
Sacerdote e patriota, scienziato e letterato.
Studioso di geologia, paleontologia e glaciologia.
Efficace divulgatore scientifico, fu l'autore del libro "Il Bel Paese", nel quale descrisse le Marmitte dei Giganti del Trentino.

Nell'autunno del 1875 Antonio Stoppani, percorrendo la Valle dei Laghi alla ricerca di testimonianze dell'ultima glaciazione, osservò nei dintorni di Vezzano alcuni grandi "buchi" scavati nella roccia dagli antichi ghiacciai.

"Io non so davvero che ne pensassero i primi abitatori delle Alpi, la cui attenzione dovette pure fermarsi a quella forma di smisurate pignatte.
Credettero veramente che là entro avessero preparato i loro intingoli gli antichi giganti?"
(Antonio Stoppani, Il Bel Paese, 1875)

Marmitte dei giganti?
Marmitta:
pignatta, grossa pentola per cuocervi cibi.
(Vocabolario della lingua italiana, Zingarelli)

Giganti:
"razza d'uomini, primitivi, nerboruti, d'alta statura, di costumi belligeri e feroci" figura che "si trova in tutte le mitologie e può dirsi nelle leggende di tutti i popoli"
(Antonio Stoppani, Il Bel Paese, 1875)

In questo modo venivano interpretati nell'antichità i pozzi rotondeggianti simili a grandi pentole che in più luoghi si vedevano scavati nelle rocce delle Alpi.

"Scommetto che la vostra fantasia si è già figurata... una fiera compagnia di Polifemi, accosciati la sera in giro ad una grande pignatta, dove bolle non so quale orribile mistura...
Lascio alla vostra immaginativa di compiere il quadro, e vi conduco in seno alle Alpi, dove, se non ci sono più giganti, durano ancora le loro marmitte."
(Antonio Stoppani, Il Bel Paese, 1875)

L'origine delle marmitte dei giganti è da sempre oggetto di discussione.
Sono certamente scavate dall'acqua che scorreva sotto i grandi ghiacciai, ma come questo possa essere avvenuto non è ancora del tutto chiaro.
Secondo le più comuni spiegazioni, le marmitte potrebbero essere state scavate dall'acqua che precipitava nel corpo del ghiacciaio attraverso pozzi verticali naturali, gli inghiottitoi, oppure dai torrenti che scorrevano sotto il ghiacciaio.

Schema di funzionamento di un inghiottitoio.
Le marmitte sono incise in rocce sedimentarie con strati che, su questo lato della valle, sono inclinati secondo la pendenza del versante.
Questa disposizione spiega la curiosa sezione non simmetrica di quasi tutti i pozzi di Vezzano.
(Antonio Stoppani, Annuario SAT, 1877)
Inghiottitoio su un ghiacciaio attuale.
L'acqua che precipita nell'abisso ha scavato le marmitte dei giganti?
Antichi fiumi di ghiaccio:
A partire da circa 2 milioni di anni fa le vallate alpine furono a più riprese occupate da enormi fiumane di ghiaccio. Fra i più grandi ghiacciai dell'epoca c'era il Ghiacciaio Atesino che occupava la valle dellìAdige.
A nord di Trento il ghiacciaio deviava verso ovest e attraverso la sella di Terlago si incanalava nella Valle dei Laghi, raggiungendo la Pianura Padana.
Durante l'ultima grande espansione glaciale (circa 20.000 anni fa) Vezzano era coperta da più di 1500 metri di ghiaccio.
Oggi i ghiacciai occupano soltanto le più alte pendici delle Alpi e da metà Ottocento sono in costante ritiro.

L'acqua che incide:
L'acqua ha un ruolo fondamentale nella creazione di un paesaggio. Torrenti e fiumi scavano le valli, ma anche le piogge, con il tempo, sciolgono le rocce.
L'acqua piovana, combinandosi con l'anidride carbonica (CO2) dell'atmosfera, diventa leggermente acida e quando cade sulle rocce calcaree, comincia a dissolverle lentamente, scavando solchi, piccoli canali e vaschette (carsismo).

Vaschette
Piccole conche di forma circolare od ellittica, su superfici a debole pendenza.
Hanno il fondo piatto, di colore scuro.
Si formano per l'azione dell'acqua e di piccole alghe (fitocarsismo).
Scannellature
Piccoli solchi lunghi di solito meno di un metro e separati da crestine aguzze e taglienti.
Solchi a doccia
Solghi lunghi qualche metro.
L'andamento è rettilineo su superfici rocciose inclinate, tortuoso se suborizzontali.
Il percorso Stoppani:
Nella Valle dei Laghi sono numerose le testimonianze del passaggio degli antichi ghiacciai. Fra queste vi sono le marmitte dei giganti, cavità circolari scavate nella roccia.
Lungo il Sentiero Geologico Antonio Stoppani se ne trovano molte, alcune appena accennate, altre profonde e chiuse su tutti i lati.

Dal sentiero possiamo apprezzare un ampio scorcio della Valle dei Laghi. Un paesaggio "scolpito" da ghiaccio, acqua e vento nelle rocce sedimentarie calcaree.
La morfologia della valle con il suo profilo regolare, le forme dolci dei rilievi e le superfici rocciose levigate, testimonia quanto fu intensa l'erosione dell'antico Ghiacciaio Atesino 20.000 anni fa.
Le marmitte dei giganti, rappresentano le testimonianze più curiose e spettacolari delle glaciazioni.

Lunghezza del percorso settore nord: 2 km
Lunghezza del percorso settore sud: 1,9 km
Tempo di percorrenza per entrambi i settori: 1,30-2 ore
Dislivello complessivo: 100 metri
Periodo consigliato: tutto l'anno

Galleria fotografica del percorso Stoppani